giovedì 5 luglio 2012

Valle della Dordogna dove il tempo si è fermato :
 
Quando carichi la moto per un viaggio, il proposito è di lasciare tutti i pensieri alle spalle e l'intenzione di godere di ogni attimo di serenità e bellezza che la vacanza ti può regalare.

Questa zona di Francia che partendo dal massiccio centrale scivola verso l' Oceano Atlantico, nasconde paesaggi fuori dal turismo di massa, tra storia e tradizioni antiche, come se ci si trovasse proiettati in un mondo rimasto fermo a qualche secolo fa.

La natura è predominante in queste zone , mentre camminando per i borghi, a cui basterebbe togliere qualche auto, per sembrare di essere tornati indietro nel tempo. 
 
Al centro di di questo mondo la città di Sarlat La Caneda, per la storia e la bellezza del suo centro, dove si svolge anche uno dei mercati più famosi di Francia al sabato per prodotti tipici di questa terra.
 
Posta in una zona della Francia che il turismo italiano conosce poco, almeno a giudicare dal numero di italiani incontrati e dalle facce quando ci chiedevano al ritorno dalla motoescursione dove si trovava questa città.



Aprendo la cartina la si può individuare nel territorio del Perigord, a nord del corso della Dordogna, nel cuore della Francia del sud-ovest.


                                                                                                          
E' zona dolcemente rurale, ricca di vegetazione e di fiumi lenti e navigabili. Il Perigord è anche un cuore gastronomico: da qui arriva il foie gras, il tartufo nero, noci...












Per i francesi di queste zone era una curiosità vedere una moto targata Italia e si mostravano felici di scambiare due parole con noi.
Aperti gli occhi e dilatate le narici ci si butta alla scoperta di Sarlat...quanti profumi potrete catturare camminando...
Consiglio di soggiornarvi perchè in poco tempo è possibile raggiungere i siti preistorici e città graziose della valle della Dordogna e i numerosi castelli della zona.
Per prima cosa, lei stessa è fra le più belle città francesi, ricca di piccoli vicoletti ben conservati, costeggiati da abitazioni medioevali in pietra arenaria e tetti rivestiti di piccole lastre di ardesia o di argilla che le danno un aspetto caldo romantico e suggestivo.


Per seconda cosa, si può visitare un ricco mercato alimentare molto animato che si svolge di mercoledì e di sabato.



Per chi il profumo del buon cibo è una sorte di droga, questo mercato è uno spaccio a cielo aperto: pane, formaggi, foie gras, frutta e verdure, insaccati e banchi di rosticceria, baguettes e crepes...




Che il cibo sia un elemento importante lo dice anche il fatto che il mercato coperto cittadino sia stato ricavato all'interno di una chiesa restaurata nella piazza principale.


Ultima cosa ma non meno importante, al calare della sera, con il sole che mentre fugge all' orizzonte illumina di colori caldi le pareti delle case, i lampioni a luce gialla e anticata rendendo magica l' atmosfera, si comincia con il girovagare per trovare il posto migliore e che più ispira per godersi qualche piatto regionale.
La piazza principale si anima diventando un ritrovo di turisti, locali, ma anche di artisti, musicisti e strani personaggi.





birra
 
Trovato la posizione migliore per accontentare il palato,
con una buona visuale sulla piazza che esplode di vitalita',
con musiche di sottofondo e brusio,
ci si può rilassare e dedicarsi alla "ganascia teraphy".

 
Lasciare che la moto trotterelli libera lungo la strada che costeggia la valle del fiume Dordogna, immersi in una natura abbastanza prorompente, sotto un caldo sole estivo, amplifica quel senso di felicità che la nostra anima ritrova quando lontana dal lavoro dai pensieri, entra in uno stato di relax psico-fisico.


Lo sguardo vaga alla ricerca di borghi con castelli da visitare, quando appare maestoso appollaiato su una falesia calcarea a 150 metri di dislivello, l' inespugnabile e austero castello di Beynac.














Viene considerato come uno dei castelli più importanti della regione per la sua posizione strategica sul pianoro in cima alla scogliera con visuale su tutta la vallata, da cui si poteva dominare e controllare, molto ambito dai feudatari di allora.

Hélie , il primo signore di Beynac, cominciò ad edificare una costruzione sullo sperone di roccia nell' anno 1050.
Le prime notizie del castello risalgono al 1115, quando la stirpe dei Beynac intraprese la costruzione sull' altopiano, di una poderosa fortezza per il controllo delle terre.





Nel 1194, l' ultimo discendente della stirpe dei Beynac, tornato dalle Crociate morì senza discendenti diretti.
Riccardo Cuor di Leone , con il suo titolo di duca di Aquitania, rivendicò la roccaforte e dopo la affidò al suo luogotenente Mercadier.




Quest'ultimo era temuto in tutta la regione a causa delle sue follie e violenze, che portarono ai continui saccheggi dei villaggi del Perigord.



Alla morte di Riccardo Cuor di Leone il maniero passò di proprietà molte volte e ogni regnante apportò modifiche secondo le sue esigenze e gusti, stravolgendo la struttura originaria.


Lasciata la strada nella valle, si segue le indicazioni e inerpicandosi si arriva alla sommita della falesia, dove parcheggiata la moto davanti all' entrata maestosa del forte, ci si trova dentro il borgo medievale che appartiene al castello, con delle visuali fantastiche che spaziano nei terreni sottostanti.


Dal 1961, quando un privato entrò in possesso del castello, cominciarono molti lavori di restauro, che dovrebbero continuare fino al 2030, nel tentativo di ritornare alla costruzione originale medievale.


L' ambientazione fantastica del castello di Beynac è stata teatro di numerosi film negli ultimi decenni tra i quali: I visitatori 1 e 2, Giovanna d' Arco , Chocolat (sulle sponde del fiume).
 












 
 
Posti fantastici, tra storia e leggenda, lasciano il segno in noi turisti mordi e fuggi e ricordi indelebili nelle nostre menti...
 


Dopo il meritato riposo notturno e un' abbondante colazione, si sale in sella in compagnia del dolce e caldo sole del mattino, puntando verso ovest, seguendo la via sulle sponde della Dordogna.

Lungo il percorso, ci si trova al cospetto di questo villaggio, denominato La Roque-Gageac, incastonato tra la parete di una falesia e le acque del fiume.



Parcheggiata la moto, ci si accorge della tranquillità del posto, dei colori delle abitazioni, dell' immancabile castello che le fà compagnia e delle imbarcazioni che portano i turisti a visitare questi luoghi seguendo il corso del fiume.




Nella parte alta della falesia si notano delle costruzioni scavate nella roccia e risalenti al 12° secolo, la fortificazione per la sua posizione si presentava inespugnabile. A oggi il sito non è visitabile a causa di crolli e forse non verrà più riaperto.


Durante il medioevo, La Roque-Gageac era un vivace porto fluviale, il fiume era un passaggio commerciale importante e l'attività di molti pescatori.





Il borgo medievale è un mix di umili case oggi tutte ben ristrutturate con contorno immancabile di piante fiorite, stradine strette con scalinate che conducono fino al Manoir de Tarde, che domina il villaggio.



Da questo punto di osservazione si può ammirare la splendida vista sul fiume, solcato da canoe e chiatte. Il villaggio con i suoi muri in pietra color miele alla luce del sole rendono l' ambiente molto caldo e retrò.

Sullo sfondo si erge lo Chateau de la Malartrie, castello del 15° secolo e ora affittabile per soggiorni estivi, non male la "location" peccato che non possiamo fermarci a soggiornare...



Dove ci son corsi d' acqua i castelli crescon come funghi...è una frase poetica che mi son inventato mentre con il manubrio tra le mani cercavo di arrivare all' ingresso dello Chateau des Milandes.

Antica dimora costruita nel 1489 da François de Caumont, signore di Castelnaud, per sua moglie Claude de Cardaillac che desiderava un castello rinascimentale con uno splendido panorama sulla valle della Dordogna.


Nel 1937, Josephine Baker , una famosa cantante e artista, visitò il castello e se ne innamorò con esso.


Lo ha affittato per 10 anni prima di acquistarlo nel 1947. Ha vissuto lì per molti anni poi quando non fu più in grado finanziariamente di mantenerlo, la proprietà è stata rilevata dalla sua banca e venduta per una miseria nel 1969.







Il castello è oggi di proprietà di Angélique de Labarre che lo ha aperto al pubblico e contiene una mostra del mondo di Josephine Baker.






Peccato che sia un pò lontano dalla nostra sede lavorativa, se no si poteva fare un' offerta stracciata in questi tempi di crisi...



Oggi si lascia trotterellare la moto lungo le strade verso sud che attraversano boschi e prati nelle zone più collinose che circondano la Dordogna, senza però la compagnia di sole e cielo azzurro.


Al culmine di una collina ci si trova davanti alle mura di un borgo fortificato, immerso nel verde.


Monpazier è un villaggio semplicemente fermo nel tempo, fondato nel 1284 da Edward I d'Inghilterra.






Il suo centro medievale è conservato quasi completamente intatto, oltrepassata una delle porte di accesso, vi troverete a girovagare in un altra dimensione del tempo, rivivendo la vita di 600 anni fa.




I portici intorno al bordo della piazza sono ancora presenti, come è il mercato coperto e le ristrutturazioni non sono state "modernizzate", lasciando sulle abitazione quella patina di antico.


La fortuna ci regala il paese immerso in una rievocazione storica con combattenti, accampamenti e libagioni medievali.








Combattimenti, tende dove si cucina alla maniera medievale, musiche celtiche riempiono gli spazi del borgo in maniera totale, rendendo l' atmosfera molto coinvolgente e divertente.






I tipo di villaggio fortificato viene denominato in Francia "bastide", con mura lungo il perimetro del borgo, case disposte in modo uniforme lungo una griglia quadrata di strade che si irradiano da una piazza centrale, dove si svolgeva il mercato settimanale e la chiesa.











I villaggi sono stati spesso costruiti sulla cima delle colline per il vantaggio difensivo, di cui potevano beneficiare.

 
Ai confini della Valle della Dordogna, sorge questo magico luogo di pellegrinaggio, Rocamadour, edificato in una piccola valle a ridosso della parete scoscesa.
 



Scopro che in questo luogo magico che quella di San Galgano, in Toscana,  non è l’unica spada nella roccia che si conosca.


Ve n’è un’altra a Rocamadour,
conficcatta quasi in verticale sulla parete in roccia di un santuario con annesso castello e cittadina medievale costruita a picco su una valle,
situata nel dipartimento del Lot
nella regione del Midi-Pirenei in Francia.










Secondo la tradizione locale
la spada sarebbe la leggendaria Durendal (Durlindana) del paladino Orlando,
le cui gesta ci sono state narrate più volte
nel corso dei racconti di letteratura.



Rocamadour sarebbe in qualche modo collegata alla Toscana: a una trentina di chilometri da Chiusdino infatti sorge la chiesa di Santa Maria di Rocamadore, il cui nome ricorda molto quello del santuario francese.
A Malavalle, sempre nei pressi di Chiusdino, vi è un’altra chiesa nella quale sono conservati i resti di un eremita della stessa epoca di San Galgano.

Secondo studi potrebbero trattarsi dei resti di Guglielmo X d’Aquitania, che a un certo punto della sua vita, nel 1137, decise di lasciare tutto per fare l’eremita in Toscana.








La spada di San Galgano sembrerebbe essere precedente all’introduzione di Excalibur nel ciclo bretone.
Ma se invece fosse stato proprio Guglielmo,
a portare in Toscana
la leggenda della spada nella roccia?
Il dubbio rimane.


Un’altra curiosità potrebbe essere la presunta connessione tra San Galgano e il santuario di Monte Sant’Angelo (Fg), sul Gargano, in Puglia. A legare questi due luoghi tra loro non sarebbero solamente i nomi simili di Galgano e Gargano, ma anche la presenza in entrambi i casi dell’Arcangelo San Michele, che ritroviamo anche in Piemonte (la Sacra di San Michele), e in Normandia (Mont St. Michel). Una linea retta immaginaria legherebbe questi luoghi così distanti tra loro.


Si tratta di una scelta realmente premeditata e voluta dai costruttori di questi santuari oppure di una casualità?
Per conoscere la verità dovremo aspettare.
Nel frattempo, possiamo solo sognare, caricare i bagagli sulla moto, convincere la compagna a seguirci, partire per vedere quei luoghi sotto un manto di stelle...