mercoledì 29 agosto 2012

Cote Fleurie la costa romagnola dei Parigini
tra sabbia e lusso :


Lasciata alle spalle la costa dalle alte falesie, si percorre il tratto di costa dove il fiume Senna finisce la sua corsa verso il mare e che grazie ad un'opera ingegneristica come il ponte di Normandia, viene attraversato con un ottima visione rialzata.
Lungo 2 km e alto circa 100 metri, tra intrecci di cavi e cemento vieni "sparato" verso le nuvole e rallentando l' andatura ti godi il panorama.
"Dulcis in fondo"... se tra le gambe stringi la tua moto anche gratis...



Dalla graziosa cittadina con il suo porticciolo di Honfleur, fino a Caen, capoluogo del dipartimento del Calvados, in questo tratto di costa si trovano molti luoghi mondani, frequentati nel periodo estivo in gran parte dai parigini, con negozi, casinò, ristoranti ecc... al pari della nostra riviera romagnola, manca però piadina e squacquerone... sostituiti degnamente da crepes e formaggi francesi...


Parcheggiata la moto, la passeggiata è d' obbligo in questo porticciolo, pieno di negozi con prodotti locali esposti, profumi di pesce cucinato prodotto dai ristoranti vengono immessi nell' ambiente miscelandosi all' odore salmastro del mare, gabbiani e colombi che volteggiano cercando le correnti migliori per i loro voli, voci e chiacchere in un incrocio di lingue di razze e lingue...

La serata, dopo aver "pasteggiato" per rifocillare anima e corpo, scivola via con le luci del tramonto e il mare a due passi, tra le vie e i negozi di Dauville.



Celebre e raffinata località mondana francese, dove visse Coco Chanel, d' estate si popola di gente intenta a mettersi in evidenza e a cui il denaro penso non manchi, perche' parcheggiando la moto mi ritrovo tra portiere e paraurti di Porsche, Lamborghini, con contorno di Ferrari...

Il tramonto in questi luoghi d' estate si protrae fin verso le 23 quindi si ha tutto il tempo di gustarsi la magia dei colori del cielo che preannunciano l' arrivo delle ombre della notte, i colori ammorbiditi dalle luci soffuse del lampioni, nessuna auto costosa parcheggiata o rumorosa per strada riportano in uno stato calmo e "relaxoso" questi luoghi di villeggiatura...

giovedì 23 agosto 2012

Cote d' Alabatre sculture di vento e mare :


 ... nella regione francese della Normandia, la costa che da Dieppe arriva fin verso Le Havre prende il nome dalle rocce biancastre dette falesie, plasmate nel corso del tempo dai venti e dal mare, che come artigiani hanno creato queste opere d'arte a cielo aperto...






Raggiunta la cittadina di Dieppe, si punta verso ovest cercando di individuare sulla cartina posta sulla borsa da serbatoio della moto, la strada piu' costiera che possa portarci a seguire i contorni della terra a ridosso del mare, per godersi questi paesaggi da cartolina








La strada si inerpica tra le colline con contorno di belle case dai giardini curatissimi, con piante di ortensie dai colori vivaci sapientemente mescolate tra loro, che costringono a moderare la velocita' e sottopongono i muscoli del collo ad uno sforzo superiore per riuscire a curiosare ed ammirare tutti questi giardini



Ogni paesino attraversato lungo la costa è un' esplosione di colori e fiori, canti di gabbiani che volteggiano nel cielo, profumi di mare e pesce cucinato che si intrufolano nelle narici e ti creano quel languorino e quella smania di metterti a tavola...



Etretat, con i piedi a bagno nel mare e ai 2 lati come in un abbraccio, le falesie più famose, la "Porte d' Aval" e "Amont", la saga romanzata di Arsenio Lupin, i dipinti che lo ritraggono è certamente il luogo più famoso, ma dietro ogni curva o scollinamento si può trovare un borgo marinaro che vale la sosta e l' esplorazione...
Purtroppo il tempo tiranno vola e bisogna usare uno stile malinconicamente mordi e fuggi, senza poter scoprire tutti gli angolini e le bellezze che questo tratto di costa racchiude...




Dopo aver provveduto a sfamare il corpo, bisogna che anche la mente si nutra di senzazioni quindi accarezzati dalla brezza marina e avvolti dal suono delle onde che rumoreggiano tra i sassi, abbagliati dai colori del tramonto, che il sole e il mare ci regala, riempiamo la soffitta mentale di un nuovo baule di emozioni visive, sonore e olfattive... mentre un' altra giornata scivola via veloce come sabbia tra le dita...

mercoledì 22 agosto 2012

Camargue terra selvaggia e gitana...


un territorio che subisce una trasformazione continua, in lotta perenne con l’uomo, che cerca in qualsiasi modo di rendere vivibile questo angolo meraviglioso e selvaggio.





Scoprirla in moto, particolarmente in estate, richiama alla mente come può essere la senzazione che prova un pollo mentre si rosola nel forno ventilato, aria calda e temperature ti cuociono abbrustolendoti pian piano.

Ma ti ripaga la sudata portandoti in un mondo un pò fuori dalle normali abitudini, la natura selvaggia ne e' proprietaria.









Paesaggi marini che richiamano un pò la zona del delta del Pò o la Maremma.
Ci si ritrova a viaggiare lungo strade circondate da prati incolti, boschetti e zone con stagni e acquitrini, incrociando pochi centri abitati.





I padroni di questi luoghi, cavalli bianchi, fenicotteri rosa, tori, e bufali vivono tranquillamente allo stato brado nelle vicinanze delle strade e ogni sosta si può trasformare in un piacevole incontro.
...la curiosità porta noi a farne la conoscenza, regalandogli una carezza e un ciuffo d' erba più verde di quella a loro disposizione...

mi torna alla mente quella pubblicita' anni '70 di un bagnoschiuma con un cavallo bianco che correva libero nel vento tra le onde che si infrangevano sulla spiaggia...
La mappa del serbatoio ci indica la strada, sotto un sole cocente, per arrivare a Aigues Mortes, posta quasi in riva al mare.

La città medievale era in origine un piccolo borgo di pescatori e raccoglitori di sale, bagnato da paludi che arrivano fino al Mar Mediterraneo, in un clima quasi malarico. 
Le possenti mura circondano la città in un quadrilatero, composto da sei torri di prestigio, tra cui la famosa torre di Constance e dieci porte.



Una città segnata dalle crociate e dei Templari, è oggi una località turistica dove è possibile effettuare una piacevole escursione nel passato, la sua gastronomia, il vino e il suo ambiente.




 La città deve il suo nome da "Eaux Mortes" (acque morte).
Fù costruita nel 13° secolo da Luigi IX che volevano creare sul Mediterraneo un passaggio verso il Medio Oriente per le sue crociate.




All' interno località graziosa per una camminata, tra negozietti e camere d' albergo e con una senzazione di "tempo di siesta" forse dovuta alle temperature.



Anche se oggi regna un' atmosfera così pacifica, in questo luoghi avvenne un fatto molto grave. Era il 16 agosto 1893 una delle solite risse tra italiani, emigrati per lavorare nelle saline circostanti, e francesi
provoca il ferimento di un francese.
 La notizia si diffonde rapidamente con
la falsa voce di morti in campo francese. Il giorno successivo 300-400 persone prende d’' assedio le baracche dove sono alloggiati gli
italiani. I gendarmi francesi, accorsi in loro aiuto, li scortano fino in
città per farli poi proseguire in treno per Nimes e Marsiglia, dove vengono
accolti da altre 500 persone armate di fucili e bastoni che contrastano la
polizia e si scagliano violentemente contro gli italiani. Il bilancio
ufficiale dei disordini parla di 9 morti e di 50 feriti, ma altre fonti
alzano il bilancio a 50 morti e 150 feriti in quanto per giorni la caccia
all' ’uomo, o meglio all' italiano, proseguì attraverso le campagne circostanti
dove molti si erano dispersi per sottrarsi alla plebaglia. Gli accusati
della strage chiamati in giudizio furono tutti assolti. Speriamo che "sta' maledetta crisi" passi e che ci sia lavoro per tutti per continuare pacificamente a viaggiare e scambiarci sorrisi e cultura e che non ci ritroviamo in queste drammatiche situazioni.



Curiosando qua e là si trovano botteghe artigiane con prodotti locali, bar e localini dove rifocillarsi e sopratutto reintegrare liquidi perchè qua come in tutta la Camargue il caldo si fà sentire...
Recuperata la moto, arrotolate le maniche della t-shirt, rinunciamo a rischio alla protezione del giubbotto di pelle perchè la temperatura comincia a essere elevata, anche la brezza marina è come la folata calda che ti investe all' apertura di un forno in cottura...come si dice dalle nostre parti: "ti suda la lingua in bocca", si parte per la prossima tappa, Les Saintes Maries.


Luogo turistico, con tanti ristoranti, arena spettacolo per le corride, mercato e negozi, ma con una dimensione piccola, accogliente, estremamente piacevole.





Il villaggio sorge nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, sulla costa. Il nome deriverebbe dalle Sante, Marie Salomè e Maria Jacobè che secondo la leggenda in fuga dalla palestina dopo la crocifissione di Cristo, sarebbero arrivate in questi luoghi assieme alla serva Sara, oggi protettrice della città. Le statue delle tre donne si trovano nella chiesa del paese.

A ridosso del mare. vi si trova un'atmosfera fortemente spagnoleggiante, le case sono bianche di calce, rilucenti sotto il sole, atmosfere di chitarre e flamenco, icone di toreri e tori insieme alla tipica croce della Camargue che simboleggia in un sol segno fede, amore e carità.





Nel centro, bancarelle alimentari propongono un invito alla degustazione a cui non si può rinunciare, attirandoti a loro con profumi e colori come in uno stato di ipnosi.


Questa è un pò la città simbolo dei Gitani e qui viene celebrata la festa a Santa Sara, la protettrice di tutti gli zingari e i nomadi del mondo. Una festa folcloristica con abiti dai colori sgargianti, musiche gitane. Un rituale che si tramanda da secoli. Si comincia con la processione della statua della santa scortata fino al mare da gitani e cavalieri della Camargue in sella ai loro bianchi cavalli.
Alla fine delle funzioni religiose si iniziano i festeggiamenti. Ogni anno questa tradizionale festa chiama a raccolta i nomadi di ogni angolo d' Europa e non solo.


...aria di Spagna, tori, corride, non può mancare una bella paella...
                  ...buon appetito...

mercoledì 15 agosto 2012

Castelli della Loira fascino storia e magia di Francia:


in sella alla moto si viaggia immersi tra boschi lungo la strada rettilinea nel cuore della Valle della Loira.

Pochi chilometri dopo Blois ci si trova davanti al maestoso
Chateau de Chambord,
patrimonio dell' Unesco.




Questa meraviglia nasce come castello fortificato di caccia, poi diventato residenziale.



Parcheggiata la moto ci si avvicina a questa enorme struttura, e mentre lo sguardo si perde nella grandezza della costruzione una domanda mi scorazza per la testa...

                                
                                  ...ma quanto caz.. paghera' di ICI ?


440 camere e ben 365 camini!






Gli interni anche se un pò spogli riflettono una ricchezza e uno sfoggio esagerati di quei tempi. 
Quanti poveri animali abbattuti e le loro corna esibite come trofei di caccia potremmo fare la stessa cosa con i politici...

Finestre, corridoi, scale, stanze, un paradiso per giocare a nascondino...
Passeggiata sul tetto tutto anfratti, sculture, cercando un pò d' ombra perchè il sole è a picco e ci stà cuocendo per benino la cute.
All' esterno canali navigabili con le tipiche barchette a noleggio e un parco sconfinato.

A sera anche se non ci si è mossi da questa reggia ci si ritrova stanchi morti e ci si domanda di cosa se ne possa fare di una simile "tana".

...casa mia per piccina che tu sia, tu mi sembri una badia...







Non tutti i castelli considerati della valle della Loira, sono a stretto contatto con le acque del fiume.




Lasciando la strada maestra, un lungo viale alberato vi porterà all' ingresso del castello con giardini pieni di fiori e cespugli ben curati.


Dal giardino posto sopraelevato rispetto al fiume, si può godere di una ottima prospettiva della costruzione che come un ponte collega le due sponde.

Soprannominato "Castello delle Dame", costruito nel 1513 da K. Briçonnet, trasformato in seguito da Diana di Poitiers e da Caterina dè Medici, Chenonceau sopravvisse alla Rivoluzione grazie a Madame Dupin.


 Questa impronta femminile è onnipresente e ha preservato il castello dai conflitti e dalle guerre per farne, da sempre, un’alcova di pace.


Visitare il castello, ricco di addobbi e arredamenti, ci si trasferisce sulla sponda opposta, dove con l' attraversamento di un piccolo ponte levatoio,
si accede al giardino immerso nel bosco.


L'architettura di questo castello in pietra bianca e dalle alte arcate, testimonia un'epoca in cui le strutture difensive avevano lasciato il posto alla fantasia e al gusto del bizzarro e delle decorazioni. Infatti il castello ha tutti gli elementi del tipico castello delle fiabe.



Si prosegue lungo l' argine per trovare l' angolo più suggestivo per scattare qualche bella foto come ricordo di questa bella esperienza.





Considerato uno dei più belli, soprattutto grazie alla sua posizione privilegiata sul fiume Cher, che riflette la bella immagine con il calare della sera diventa un luogo magico.


Altra giornata alla curiosa ricerca di altri castelli da scoprire, percorrendo i nastri d' asfalto che attraversano boschetti,
tra saliscendi collinosi, cielo azzurro da cartolina, con i raggi solari che creano zone d' ombra e giochi di luce sull' asfalto.



Dopo una curva la moto si getta in discesa e ci si trova all' improvviso a sfiorare un muro di cinta e ci si accorge di essere al cospetto di un' altro magnifico castello.






Il castello si trova in una posizione isolata, tra campi e boschi, costruito tra le valli dei fiumi Indre e Cher.






L' edificio è stato costruito anticamente come residenza di svago, per nobili signori che lo usavano come base per le battute di caccia.


Fortezza medievale rimaneggiata nel 15° secolo per divenire una graziosa residenza del primo Rinascimento. Montpoupon ospita anche un museo in cui il cavallo, i cani e la caccia sono l' argomento principale.


La ricerca del castello, di solito nascosto tra boschi o su alture, seguendo la mappa sul serbatoio e le indicazioni, a volte risulta superflo.









La mole e l' imponenza in altezza dello chateau de Langeis lo rende visibile, mentre si percorre la strada, già molto prima che si intraveda ai suoi piedi il paese, che sembra un piccolo modellino a confronto dei suoi bastioni.





Dopo aver lasciato la moto in una piazzeta sulla via principale, ci si avvicina ai torrioni che fanno da guardia al ponte levatoio autentico!








Il problema nasce dall' orario, che al nostro arrivo era ormai di chiusura.
La mia compagna tra sorrisi e gentilezza e io con le mie caramelle in regalo, in segno di ringraziamento, convinciamo la ragazza a farci entrare e pure senza pagare il biglietto!





E dicono che i francesi sono... noi invece abbiamo sempre incontrato persone carine, gentili, simpatiche, curiose di scoprire da dove venivamo e si facevano sempre in quattro per riuscire a dialogare con noi.
W la Francia!

Quando ci si trova all' interno delle mura, in posizione rialzata sul paese, si scopre che il castello possiede una doppia anima, una facciata d'ingresso guerriera e medievale, mentre una volta entrati ti rilassi in un giardino rinascimentale e con la facciata del castello che vedi, può sembrare di essere n un altro posto.






Bisogna ammettere che a quei tempi, senza le tecnologie di oggi, gli architetti erano veramente dei geni, costruendo delle opere così imponenti e diversificate tra loro.




In questo castello furono celebrate le nozze tra Carlo VIII e Anna di Bretagna, che ha permesso di collegare il ducato Breton alla corona di Francia, la questione politica di questo matrimonio.





La struttura e' l' esempio lampante di una costruzione nata con il ruolo di controllo e difesa, prima di diventare, nel Rinascimento, un palazzo piacere.



Oggi ci dedichiamo alla scoperta di Samur, città francese, costruita sulle sponde della Loira,
con il suo poderoso castello che dall' alto ne domina il corso.

Sede della scuola militare di equitazione, propone uno spettacolo equestre, il "cadre noir", così chiamato perché ii cavalieri (ufficiali e sottufficiali dell'esercito francese) hanno la divisa completamente nera.





Arrivati con un cielo plumbeo, nel grigiore della giornata tra nebbia e pioggia, a vederla siamo rimasti un po' indifferenti.







Il castello di Saumur, costruito su una sorta di piedistallo, domina da una parte il corso della Loira e dall' altra vigneti che producono buon vino.

 Fortezza medievale, divenne nella seconda metà del XIV secolo una residenza estiva per Luigi I, duca d'Angiò. Poi la residenza del re Luigi XI di Francia e dai governatori della città. In tempi più recenti prigione, è ora proprietà del Comune.




Quando si arriva in luoghi senza che il sole ne illumini le bellezze, si percepisce che si perde un pò della loro bellezza..








Ma quando il bel tempo riesce ad avere la meglio della perturbazione che ci ha accompagnato, tutto si è rianimato.












Le stradine e le piazze sono tornate brulicanti di persone, i colori si sono riaccesi e ci ha regalato bellissimi tramonti, con il sole che scivolando sulle acque della Loira, andava a dormire.





Colori e sfumature come in un quadro si riflettono nelle calme acque...







Per onorare queste bellezze, non ci siamo fatti mancare "gallettes" e "crèpes", gustate in una piazzetta con tanto di sottofondo musicale di un gruppo locale.


















Cercando di interpretare la mappa sul serbatoio alla ricerca dello Chateau de Brissac dopo aver gironzolato un pò, le indicazioni turistiche ci hanno condotto davanti alle mura di cinta di questo castello posto ai margini della cittadina francese di Brissac-Quince.


Trovato un bel posto all' ombra dove far riposare la moto, ci si infila a curiosare nei dintorni del castello.

Situato in un bel parco tra alberi di cedro, arbusti, questa costruzione si affaccia sulla valle dell' Aubance.
La facciata è la combinazione tra vecchie torri di un antico castello medievale e la ristrutturazione con un inserimento della facciata rinascimentale al centro, mix insolito di due stili.





All'interno, i soffitti in stile francese sono ancora ornati con i loro dipinti originali.
Arazzi e mobili di arredamento sono notevoli, all' interno vi si trova un delizioso teatro costruito nel 1883 e una cappella privata.
Un altro storico evento ha avuto luogo tra queste mura, quando Luigi XIII dovette riconciliarsi con sua madre, Maria de' Medici. La riconciliazione ebbe luogo in camera da letto del re.






E' considerato il più alto tra i castelli reali, con ben 7 piani e 204 stanze.


Tra queste stanze aleggia una leggenda che non può mancare:
vi sarebbe la strana presenza della dama verde, ovvero il fantasma di Charlotte de France che, strangolata dal marito perché sorpresa con l'amante, vaga in cerca di vendetta...


Ancora abitato dai discendenti della famiglia Brissac, le cui stanze private non sono visitabili, si trovano appoggiate su tavoli e mobili, foto di personaggi famosi che essendo amici di famiglia dei conti, hanno soggiornato in questo luogo.

Come potrebbe mancare una fornitissima cantina, dove si produce ottimo vino, con assaggi che purtroppo finiscono troppo presto...








Dopo aver curiosato e bevuto tra le mura di un luogo storico, ci regaliamo una passeggiata nel parco circostante, tra fiori, boschetti, ruscelli e cinguettio di uccelli, ci godiamo il panorama del castello, che spicca sulla collinetta con il cielo azzurro come cornice e con il passaggio di alcune damigelle in costume d' epoca ci sembra di essere tornato a tempi lontani...