mercoledì 22 agosto 2012

Camargue terra selvaggia e gitana...


un territorio che subisce una trasformazione continua, in lotta perenne con l’uomo, che cerca in qualsiasi modo di rendere vivibile questo angolo meraviglioso e selvaggio.





Scoprirla in moto, particolarmente in estate, richiama alla mente come può essere la senzazione che prova un pollo mentre si rosola nel forno ventilato, aria calda e temperature ti cuociono abbrustolendoti pian piano.

Ma ti ripaga la sudata portandoti in un mondo un pò fuori dalle normali abitudini, la natura selvaggia ne e' proprietaria.









Paesaggi marini che richiamano un pò la zona del delta del Pò o la Maremma.
Ci si ritrova a viaggiare lungo strade circondate da prati incolti, boschetti e zone con stagni e acquitrini, incrociando pochi centri abitati.





I padroni di questi luoghi, cavalli bianchi, fenicotteri rosa, tori, e bufali vivono tranquillamente allo stato brado nelle vicinanze delle strade e ogni sosta si può trasformare in un piacevole incontro.
...la curiosità porta noi a farne la conoscenza, regalandogli una carezza e un ciuffo d' erba più verde di quella a loro disposizione...

mi torna alla mente quella pubblicita' anni '70 di un bagnoschiuma con un cavallo bianco che correva libero nel vento tra le onde che si infrangevano sulla spiaggia...
La mappa del serbatoio ci indica la strada, sotto un sole cocente, per arrivare a Aigues Mortes, posta quasi in riva al mare.

La città medievale era in origine un piccolo borgo di pescatori e raccoglitori di sale, bagnato da paludi che arrivano fino al Mar Mediterraneo, in un clima quasi malarico. 
Le possenti mura circondano la città in un quadrilatero, composto da sei torri di prestigio, tra cui la famosa torre di Constance e dieci porte.



Una città segnata dalle crociate e dei Templari, è oggi una località turistica dove è possibile effettuare una piacevole escursione nel passato, la sua gastronomia, il vino e il suo ambiente.




 La città deve il suo nome da "Eaux Mortes" (acque morte).
Fù costruita nel 13° secolo da Luigi IX che volevano creare sul Mediterraneo un passaggio verso il Medio Oriente per le sue crociate.




All' interno località graziosa per una camminata, tra negozietti e camere d' albergo e con una senzazione di "tempo di siesta" forse dovuta alle temperature.



Anche se oggi regna un' atmosfera così pacifica, in questo luoghi avvenne un fatto molto grave. Era il 16 agosto 1893 una delle solite risse tra italiani, emigrati per lavorare nelle saline circostanti, e francesi
provoca il ferimento di un francese.
 La notizia si diffonde rapidamente con
la falsa voce di morti in campo francese. Il giorno successivo 300-400 persone prende d’' assedio le baracche dove sono alloggiati gli
italiani. I gendarmi francesi, accorsi in loro aiuto, li scortano fino in
città per farli poi proseguire in treno per Nimes e Marsiglia, dove vengono
accolti da altre 500 persone armate di fucili e bastoni che contrastano la
polizia e si scagliano violentemente contro gli italiani. Il bilancio
ufficiale dei disordini parla di 9 morti e di 50 feriti, ma altre fonti
alzano il bilancio a 50 morti e 150 feriti in quanto per giorni la caccia
all' ’uomo, o meglio all' italiano, proseguì attraverso le campagne circostanti
dove molti si erano dispersi per sottrarsi alla plebaglia. Gli accusati
della strage chiamati in giudizio furono tutti assolti. Speriamo che "sta' maledetta crisi" passi e che ci sia lavoro per tutti per continuare pacificamente a viaggiare e scambiarci sorrisi e cultura e che non ci ritroviamo in queste drammatiche situazioni.



Curiosando qua e là si trovano botteghe artigiane con prodotti locali, bar e localini dove rifocillarsi e sopratutto reintegrare liquidi perchè qua come in tutta la Camargue il caldo si fà sentire...
Recuperata la moto, arrotolate le maniche della t-shirt, rinunciamo a rischio alla protezione del giubbotto di pelle perchè la temperatura comincia a essere elevata, anche la brezza marina è come la folata calda che ti investe all' apertura di un forno in cottura...come si dice dalle nostre parti: "ti suda la lingua in bocca", si parte per la prossima tappa, Les Saintes Maries.


Luogo turistico, con tanti ristoranti, arena spettacolo per le corride, mercato e negozi, ma con una dimensione piccola, accogliente, estremamente piacevole.





Il villaggio sorge nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, sulla costa. Il nome deriverebbe dalle Sante, Marie Salomè e Maria Jacobè che secondo la leggenda in fuga dalla palestina dopo la crocifissione di Cristo, sarebbero arrivate in questi luoghi assieme alla serva Sara, oggi protettrice della città. Le statue delle tre donne si trovano nella chiesa del paese.

A ridosso del mare. vi si trova un'atmosfera fortemente spagnoleggiante, le case sono bianche di calce, rilucenti sotto il sole, atmosfere di chitarre e flamenco, icone di toreri e tori insieme alla tipica croce della Camargue che simboleggia in un sol segno fede, amore e carità.





Nel centro, bancarelle alimentari propongono un invito alla degustazione a cui non si può rinunciare, attirandoti a loro con profumi e colori come in uno stato di ipnosi.


Questa è un pò la città simbolo dei Gitani e qui viene celebrata la festa a Santa Sara, la protettrice di tutti gli zingari e i nomadi del mondo. Una festa folcloristica con abiti dai colori sgargianti, musiche gitane. Un rituale che si tramanda da secoli. Si comincia con la processione della statua della santa scortata fino al mare da gitani e cavalieri della Camargue in sella ai loro bianchi cavalli.
Alla fine delle funzioni religiose si iniziano i festeggiamenti. Ogni anno questa tradizionale festa chiama a raccolta i nomadi di ogni angolo d' Europa e non solo.


...aria di Spagna, tori, corride, non può mancare una bella paella...
                  ...buon appetito...

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