sorge sullo spartiacque fra il Casentino e l'Alta Val Tiberina, si raggiunge da Arezzo, lasciando la strada principale ci si immette in una stradella sterrata che conduce al castello, poco agevole da fare con la moto ma per questo più intrigante.
Dopo aver litigato con la moto e discusso con la passeggiera che non accettava un simile trattamento, l' arrivo al prato del castello è stata una conquista. Ora la ricompensa era scattare due foto ricordo.
Sotto a un pergolato noto delle persone, mi avvicino e chiedo cortesemente se posso scattare qualche foto dato che ero in una proprieta privata.
Vengo osservato con un pò di stupore e il padrone mi dice gentilmente: "certamente, con la fatica che avrai fatto ad arrivare fin quassù in moto..."
Il castello vero e proprio ebbe la sua origine intorno al 1170, periodo nel quale i signori di Montauto ne diventano i feudatari.
Il castello era il più potente della zona, con tre cinte murarie e un possente corpo centrale dotato di mastio.
La sua importanza era dovuta alla sua posizione: su un altura di oltre 700 metri praticamente imprendibile, con due lati sullo strapiombo della valle del torrente Sovara, uno protetto dalle rocce della montagna, l'unica via di accesso rinforzata da possenti difese, dalla quale il dominio sui territori circostanti era totale.
Era anche meta preferita di San Francesco di Assisi durante i suoi spostamenti dalla Verna, fino al 1503 nella cappella di Montauto era conservata una sua tonaca.
Nello stesso anno il castello fu preso con l'inganno dai Fiorentini e tutti i suoi tesori trafugati.
Distrutto quasi totalmente al seguito di alterne vicende, fu riedificato in epoca rinascimentale, da notare la bella torre d'angolo.
Tutto il complesso è ancora oggi proprietà della famiglia dei conti Barbolani da Montauto.
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