fortezza di origine militare romana.
Lasciata la costiera romagnola alle spalle, tutta piadina turisti e spiaggie, ci si avventura per colline alla ricerca di castelli e leggende.
In questo luogo battaglie, magici panorami, leggende di fantasmi, si mescolano tra loro.
La rocca, posta su una collina tra vigneti e ulivi da una parte e a strapiombo sulla Val Marecchia dall' altra, ha conservato nei secoli grazie alla sua posizione solitaria, una struttura medievale pressoché intatta.
Oltre i suoi bastioni e dietro la sagoma del castello le colline degradano verso la pianura e il mare.
All'orizzonte, nei giorni di sole, si scorgono le sagome dell'Appennino scuri di boschi, o la distesa azzura del mare Adriatico.
La leggenda narra che Guendalina Malatesta, figlia del regnante, bambina albina che per il solo fatto di avere i capelli bianchi, da una usanza del tempo, sarebbe stata uccisa al giungere della maggiore età per stregoneria. La madre cercava, tingendole i capelli con delle erbe, di salvare la figlia, ma visto che gli albini non hanno pigmentazione, le tinture avevano reso i capelli un po’ azzurrini, da qui il nome della leggenda.
Un giorno della metà del 1300, mentre Azzurrina giocava con una palla di pezza , scomparve mentre inseguiva la palla per le scale che portavano alla ghiacciaia, locale con solo una via di entrata.
Azzurrina non fu mai ritrovata nel castello.
Si dice ci sia la presenza di questa bambina, che corre, gioca, lascia delle impronte di piedi sulle travi. Tutti gli anni che finiscono per 0 o per 5 nella data della scomparsa della bambina, si senterebbe la piccola piangere.
Molti i testimoni: una troup della Rai che casualmente riuscì a registrare suoni e voci durante un documentario, l ’Università di Bologna registra un nastro, ove si odono suoni di un pianto di bambina alternato a dei tuoni di temporale.
E la leggenda continua...
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